Più Tè contro il declino cognitivo

La ricchissima letteratura scientifica sui benefici della caffeina si arricchisce di un nuovo sorprendente capitolo.

A scriverlo sono gli specialisti dell’Istituto nazionale della salute e della ricerca medica di Parigi. In uno studio realizzato assieme al laboratorio di neuroscienza dell’Università di Lisbona - pubblicato nell’ultimo numero della rivista Neurology, con il titolo “Patologie del sistema nervoso: ricerca epidemiologica e clinica” – si sostiene infatti che il consumo regolare di bevande contenenti caffeina - almeno 3 tazze di caffè o sei tazze di tè al giorno - contribuirebbe a ridurre il rischio di declino cognitivo legato all'età sino al 30%.

Attorno agli 80 anni, il pericolo di danni cognitivi si abbasserebbe addirittura del 70%.
L’équipe diretta dalla professoressa Karen Ritchie è partita dalle osservazioni compiute sugli animali, che hanno rivelato la capacità della caffeina di interagire sui ricettori dell’adenosina.

Attraverso uno studio di coorte condotto a Montpellier, Digione e Bordeaux si è analizzato il legame esistente tra consumo di caffeina e prestazioni cognitive. A partire dai dati raccolti in 4 anni di osservazione, su un totale di 4197 donne e 2820 uomini, è stato possibile creare un modello statistico dal quale è emerso un chiaro effetto protettivo sulla popolazione femminile.

Non è chiaro perché la caffeina produca gli effetti descritti esclusivamente sulle donne. Due le possibili spiegazioni avanzate dalla Ritchie: il differente metabolismo o un’interazione ormonale.

La parola passa ora ai neurobiologi, che dovranno approfondire i meccanismi biologici e valutare l’efficacia terapica della caffeina nel campo delle malattie neurodegenerative.

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